Ogni situazioe personale, quando porta a decisioni più o meno estreme, andrebbe analizzata con un certo distacco e senza la presunzione di voler entrare necessariamente nella testa delle persone, fermo restando che la vicenda dell’uomo disperso dopo un’escursione inevitabilmente faccia rumore. Si chiama Pietro e di lui non si avevano tracce addirittura dal mese di giugno. A lungo si è pensato al suo decesso prematuro, senza la possibilità di ritrovare il corpo dopo un’uscita magari troppo spregiudicata rispetto alle sue capacità.

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Risulta disperso dopo un’escursione per mesi: si rifà vivo, ma nessun ritorno dalla moglie

Niente di tutto questo, in quanto di recente l’uomo ha fatto sapere di stare bene, ma di non voler tornare a casa da moglie e figli. Attraverso un’email inviata ad una testata del Trentino, Pietro ha fatto sapere di aver fatto perdere le sue tracce per consentire alla famiglia di vivere meglio.

Non è dato sapere se ci sia stato un episodio particolare o meno dietro una decisione così singolare. Se da un lato c’è il sollievo nel sapere che dopo la famosa escursione sia vivo, dall’altro fa riflettere l’abbandono di moglie e figli nei commenti sui social:

  • “Non so che tipo di uomo definirlo, quindi l’escursione era una scusa per fare perdere le tracce? E tu dopo che muoio dal pensiero mi fai sapere dopo tempo che stai bene? Ma prendi bene la mira e sbatti molto forte la testa su una roccia”;
  • “Mattia Pascal versione trentino è arrivato. Se io fossi la moglie penso che non vorrei manco più sapere se sta bene o meno, poi ha lasciato pure i figli. Ma come si fa”;
  • “Bisogna essere dei deficenti patentati per comportarsi in questo modo. Pensa la moglie e i figli che incubo han passato in questi mesi. Per fortuna ora la famiglia può mandarlo a quel paese senza pentimenti”;
  • “Egoisticamente parlando, chi paga tutte le persone intervenute x cercarti procurando un falso ed egoistico allarme? Se fossi la moglie lo lascerei con due calci sul sedere”.