Non deve essere stata particolarmente piacevole l’esperienza vissuta da Silvia Salis. L’ex martellista e nota atleta italiana, attualmente vicepresidente del CONI. Alcuni giorni fa, a suo dire, si trovava a Genova e dopo una normale corsa con il taxi, notando la presenza del POS nell’auto come prevede la legge, ha chiesto di effettuare il pagamento di 32 euro con la carta. Tanto è bastato per scatenare l’ira del tassista, che ha fatto presente in malo modo di non essere più obbligato ad accettare questa tipologia di pagamento per quell’importo.

Silvia Salis

Silvia Salis

Pessima risposta del tassista a Silvia Salis, che vuole pagare con carta la corsa di 32 euro

Una situazione assai sgradevole, anche perché a detta di Silvia Salis il tassista ha iniziato ad urlare utilizzando l’espressione “adesso è finita la pacchia“. Insomma, una sorta di aggressione verbale, già condannata da diversi utenti sui social. Vedere per credere quanto ha scritto in merito Selvaggia Lucarelli, secondo cui la colpa dell’episodio sarebbe totalmente del nuovo Premier Giorgia Meloni. Non sono mancate altre reazioni in queste ore su Facebook:

  • “Basterebbe mettere il tassametro fiscale (anche perché non si capisce perché siano l’unica categoria a non dover emettere un documento fiscale) e la finiremmo con ‘sto teatrino dei taxisti e i pos”;
  • “Perfetto allora la corsa la offri tu visto che non ho l’obbligo di girare in contanti ciaooo”;
  • “Sinceramente parlando, io faccio il tassista e non ho nessun problema con i pagamenti. Ne con il POS e nemmeno con i contanti. Mi spiace solo che alcuni tassisti si comportino in questo modo”;
  • “Ha ragione Salvini quando dice che se pagate il caffé con il POS siete rompipalle. Se volete usare alcuni servizi dovete girare coi contati. Punto e basta”;
  • “A nessuno viene in mente che quel tassista potrebbe essere pieno di debiti e che i contanti gli possano servire per non pagare i creditori. Se i soldi finiscono in banca possono essere bloccati. Se finiscono in tasca no”.

Staremo a vedere se l’esperienza raccontata da Silvia Salis, in merito alla risposta ottenuta dopo aver chiesto di pagare con il POS la corsa in taxi di 32 euro, finirà o meno per scuotere la classe politica in Italia.